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economia civile

Cittadini Civili

Quando Gino Strada incontra Renzo Piano, nel 2017, per collaborare alla realizzazione del Centro di chirurgia pediatrica a Entebbe (Uganda) la prima cosa che gli dice è: “Lo voglio schifosamente bello” mostrando di aver ben presente la filosofia che sta dietro ai progetti del grande architetto il quale tenta di ricucire ciò che troppo spesso percepiamo come appartenente a mondo differenti: l’etica e l’estetica.

Renzo Piano si riappropria del concetto di bellezza ricordandoci il suo significato originale, che non contiene niente di frivolo e si colloca ben lontano dal lusso ma piuttosto si rifà all’espressione greca Kalokagathia la quale tiene insieme due aggettivi: kalós e agathós, bello e buono.

Questo tipo di bellezza ci parla di benessere, di rispetto per l’ambiente, di inclusione, fragilità e solidarietà.

Nel mese di novembre ha finalmente annunciato la sua nascita il Distretto dell’economia civile di Empoli, un’infrastruttura di relazioni volta a rimettere al centro la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’iniziativa, promossa dal consorzio Coeso, è stata fin da subito accolta dall’amministrazione comunale. Il manifesto, sottoscritto da una ventina di organizzazioni, profit e non, del territorio, nasce dal bisogno di ritrovare un senso comune, una cornice sostenibile all’interno della quale collocare attori economici, terzo settore, amministrazione pubblica e cittadini capaci di interagire in modo efficiente, di allargare gli orizzonti ed abbassare l’autorefenzialità; consapevoli che è solo dall’incontro che possono nascere innovazione e risposte generative.

Portare il paradigma dell’economia civile in un territorio significa proporre un cambiamento culturale, una sfida comune, imparare a rispondere a problemi complessi attraverso connessioni ibride che permettano il raggiungimento di una “felicità pubblica” e, nel nostro caso, una Empoli più bella.

Noi, come gruppo di lavoro, Pirati Urbani, non possiamo far altro che condividere le motivazioni ed il panorama di valori che il distretto si prefigge. Crediamo che operare il cambiamento sia possibile partendo dal basso, dove le relazioni sono reali e tangibili. È quindi attraverso tutti i nostri progetti che tentiamo di promuovere il civismo perché riteniamo che educare all’economia civile, e quindi alla bellezza, rappresenti non solo un approccio alla didattica ma sia necessario, anzi irrinunciabile, per sviluppare una cittadinanza attiva e consapevole che sia in grado di formare i cittadini di domani e quella minoranza profetica in grado di riconfigurare un nuovo modello di sviluppo civile e bello.

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